Noi

Noi

Titolo: NOI
    Autore: Evgenij ZAMJATIN
        Anno: 1921
            Genere: Romanzo distopico


D-503, abitante dello Stato Unico che vive in un'epoca imprecisata intorno alla fine del III millennio, scrive con regolarità - nelle ore in cui gli è permesso - un diario.
Le sue parole non sono però indirizzate ai posteri, non sono cronache che faranno luce sulla storia di un uomo che non c'è più o su un tempo ormai andato. La sua è sì una memoria, ma una memoria del futuro, indirizzata a tutti quei mondi (compreso il nostro) che non hanno ancora raggiunto la Felicità Legale.
Per far questo lo Stato Unico, una dittatura che somiglia sinistramente a quelle del XX secolo, progetta di esportare la felicità con l'ausili dell'Integrale, una sorta di razzo spaziale la cui costruzione è affidata proprio all'alfanumero protagonista del romanzo.
Dalla lode alla perfezione matematica dello Stato si passa, pagina dopo pagina, al dubbio. D-503 si ammala di anima, come fosse un uomo primitivo del II millennio. Mette in dubbio il dogma secondo il quale il desiderio è una pericolosa deviazione che allontana gli alfanumeri dalla perfezione, dall'ordine e dalla felicità.
Si tratta della battaglia del nostro secolo e di quelli immediatamente precedenti, della fuga dal dolore che vive, in maniera sempre più evidente, la nostra società occidentale.
Stando alla tesi del romanzo, se è il desiderio a causare dolore, allora è proprio il dolore la cifra dell'uomo. Tornano in mente le parole di Anthony Hopkins in Viaggio in Inghilterra: il dolore è il megafono di Dio che sveglia un mondo sordo. La stessa cosa succede a D-503, quando comprende in maniera confusa che non può essere felice tecnicamente, poiché la tecnica, se non considera l'uomo integralmente, toglie qualcosa alla realtà e alla verità. Per usare dei termini appropriati, disintegra l'uomo. E quando l'uomo perde la sua intima unità, la sua identità, il suo essere se stesso, ecco che non è più un uomo: è uno schizofrenico, un alfanumero.


Cosa mi è piaciuto
- La prima parte del libro è lineare, comprensibile, intuitiva
- Il testo può essere considerato il capostipite dei romanzi distopici, e ha notoriamente ispirato Orwell e Huxley
- L'ambientazione è credibile e porta con sé i segni profetici tipici dei grandi autori

Cosa non mi è piaciuto
- La seconda parte del romanzo è più confusa e tiene il lettore meno incollato alle pagine

È un libro cattolico?
No. Confonde la felicità della dittatura - l'ordine legale - con la felicità cristiana - la libertà dell'ordine.

Voto: 8


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